mercoledì 16 febbraio 2011

L'ERRORE TIPOGRAFICO !!

L’errore tipografico è una cosa maligna:
lo si cerca e perseguita, ma esso se la svigna.
Finchè la forma è in macchina si tiene ben celato,
si nasconde negli angoli, par che trattenga il fiato.
Neppur il microscopio a scorgerlo è bastante,
prima; ma dopo esso diventa un elefante.
Il povero tipografo inorridisce e freme
E il correttor colpevole il capo abbassa e geme,
perché se pur dell’opera tutto il resto è perfetto, si guarda con rammarico soltanto a quel difetto.

2 commenti:

  1. Grazie Google, oltre a me hai fatto un piacere ad un'amico.

    L'ERRORE TIPOGRAFICO !!
    L’errore tipografico è una cosa maligna:
    lo si cerca e perseguita, ma esso se la svigna.
    Finchè la forma è in macchina si tiene ben celato,
    si nasconde negli angoli, par che trattenga il fiato.
    Neppur il microscopio a scorgerlo è bastante,
    prima; ma dopo esso diventa un elefante.
    Il povero tipografo inorridisce e freme
    E il correttor colpevole il capo abbassa e geme,
    perché se pur dell’opera tutto il resto è perfetto, si guarda con rammarico soltanto a quel difetto.

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  2. Sapete cosa è il REFUSO?
    È stato per molti secoli, la croce e la dannazione di ogni stampatore.
    Nelle stamperie editoriali e nei giornali d’altri tempi, esisteva il rilettore/correttore di bozze, ed era un’istituzione indispensabile.
    Gli errori ed i refusi erano davvero una persecuzione. Il lavoro stampato non perdona, se viene sbagliato qualcosa, va buttato e spesso con le lacrime agli occhi perché tanta è stata la fatica per realizzarlo. Un indirizzo, un numero civico, telefonico, una parola che diviene insignificante, un’altra che né travisa il senso letterale…ecc. ecc.
    Il correttore di bozze era una figura indispensabile nelle tipografie editoriali e nei giornali. Era in uso collocarlo su un’alto pulpito, al di sopra del reparto di composizione, in modo che divenisse pure, un deterrente alla disciplina dei compositori. Armato di matite rosso/blu, rileggeva bozze su bozze che volta volta gli venivano passate dal ‘proto’ e dai compositori torcolieri (o tirabozze) senza conoscerne volutamente il senso letterale, anzi, con attenzione a non distrarsi, e non farsi prendere mai dal filo del discorso. Lui era li per dare la caccia agli errori…e basta!
    L’errore quasi sempre nasce dall’autore.

    Il refuso invece nasce spesso dal tipografo, (o battitore dei testi).

    Insomma… un rilettore doveva sentire il refuso a distanza, (si diceva) altrimenti sarebbe stato meglio che avesse fatto un’altro mestiere… misteri della mente umana!
    L’errore di sintassi o grammaticale non rientrava nelle sue competenze e nel suo diritto di correggere, anche se il più delle volte chiedeva modestamente all’autore il consenso a migliorare la frase. Comunque, l’autore non sarebbe mai arrivato a perdonargli di non averlo corretto, oppure una sua indifferenza al riguardo: «E che diamine… – diceva l’autore – l’avete riletto tre volte e non l’avete visto?»
    Quanti litigi e dispute… e a questo proposito i danni venivano quasi sempre divisi salomonicamente, lasciando quasi sempre il tipografo “con l’amaro in bocca”.
    Ecco perché occorreva un sesto senso nei rilettori. Bastava essere distratti dal volo di una mosca per saltare una paroletta o un rigo, che buttava all’aria tutto il discorso. Ed ecco perché nella composizione, la corretta spaziatura e la interlineatura, erano importantissime; poiché la vista si abitua ad un ritmo di lettura e una spaziatura disuguale provoca facilmente un salto di lettera. Nelle lingue straniere (europee e anglofone) egli era veramente un esperto rilettore, e pur fidandosi di ciò che gli autori scrivevano, si rassicurava personalmente là dove la frase o la parola avevano un senso “sospetto”. Per le lingue latine, greche e per quelle esotiche, occorrevano quasi sempre degli esperti. Ma comunque, anche adesso, un rilettore nei giornali non ci starebbe male perché di errori se ne vedono assai. Ma qual è il giornale che può sopportare un onere tale?
    Per fortuna adesso ci sono nei programmi dei computer, molti aiuti come: l’automatica divisione delle lettere nei capoversi per tutte le lingue, la ricerca automatica degli errori, la traduzione simultanea, e sempre a tiro di tasto Wikipedia con la sua colossale enciclopedia…
    Ma quando il diavolo ci mette la coda il refuso salta fuori e arriva fino al lettore, nonostante tutte le precauzioni.
    E allora?… Allora non si può fare altro che chiedere al lettore un po’ di tolleranza, sopportando queste forme di modernità, lasciando perdere il “refuso” o una “svista” grammaticale, e non farne una tragedia e una croce all’onesto stampatore, che di parole e di frasi, gli passano davanti a fiumi.

    Scritto da: Ugo Francalanci

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