martedì 27 dicembre 2011

Comunicare è un bene?

Un'esposizione e una clinica. Sono le risposte del museo della comunicazione di Berna al problema della "cattiva comunicazione". 
In un mondo in cui il flusso di informazioni è frenetico il museo inaugura l'esposizione "Attenzione: comunicare nuoce" con l'obiettivo di sensibilizzare e aiutare il pubblico a gestire lo stress di una cattiva comunicazione. "Comunicare, di per sé, è un aspetto fondamentale della vita, come bere o mangiare – spiega Jacqueline Strauss, direttrice del museo – Ma se ci ingozziamo o se mangiamo sempre la stessa cosa, la nostra salute ne risente. Lo stesso vale per la comunicazione. Oggi siamo bombardati di informazioni e abbiamo un accesso privilegiato ai mezzi di comunicazione e alle nuove tecnologie, ma spesso ci lasciamo travolgere da questa sovrabbondanza. Diventiamo schiavi della comunicazione o dei mezzi di comunicazione. È una sindrome paragonabile al burn-out di cui però non si parla molto". Da qui l'idea di una vera e propria clinica dove i pazienti visitatori possono farsi misurare il grado di dipendenza o repulsione nei confronti dei nuovi media e dell'enorme flusso di informazioni da questo generato. "Ognuno di noi ha un rapporto particolare con i media e le nuove tecnologie chiarisce la Strauss – le reazioni agli stimoli sono diverse e per questo è fondamentale permettere al visitatore di prendere coscienza dei limiti e dei rischi che una cattiva comunicazione comporta e offrirgli un'oasi di benessere dove potersi rilassare". Il vero problema, poi, non è tanto dato dal flusso informativo, ma piuttosto dalla necessità di filtrare le comunicazioni. "Parafrasando lo scrittore statunitense Clay Shirky – spiega il curatore Ulrich Schenk – direi che il problema principale non è tanto la sovrabbondanza di informazioni, ma la nostra incapacità di filtrarle. La soluzione più semplice, dunque, è imparare a selezionare maggiormente le informazioni che riceviamo e quelle che decidiamo di trasmettere agli altri".