giovedì 11 settembre 2008

Scimmie, lo Zen e qualche daiquiri

Qualcuno ha scritto che lasciando 500 scimmie davanti ad altrettante macchine da scrivere per un periodo di tempo illimitato, queste se ne uscirebbero matematicamente con il più grande romanzo di tutti i tempi.
Immagine certamente bizzarra (specialmente se immaginiamo le scimmie sorseggiare un daiquiri con l’espressione annoiata dello scrittore arrivato), ma non priva di senso.

La tesi perorata dai dotti primati definisce il processo creativo come un percorso che conduce chiunque, prima o poi, all’eccellenza. Le opere mediocri si spiegano con la mancanza di perseveranza, l’arrestarsi prima di raggiungere l’inevitabile perfezione.

Se tutti noi avessimo tempo infinito per completare le nostre opere - siano esse romanzi, dichiarazioni dei redditi o lavori a maglia, avremmo forse la certezza assoluta della loro qualità?
Il genio, la fantasia… Quel je-ne-sais-quoi indefinibile che separa il sublime dal mediocre sono quindi solo una questione di intuito spicciolo? Forse un artista geniale è solo più abile a scremare velocemente la propria visione di tutti gli elementi inutili, a trovare una scorciatoia per quella destinazione che vedrebbe l’uomo (o la scimmia) comune arrivare dopo anni ed anni di lavoro indefesso?

O forse ognuno di noi è dotato di creatività e operatività uniche, che non vanno vincolate ad un astratto concetto di perfezione, con buona pace di Aristotele e del pensiero classico?

A noi - in tutta sincerità - questa storiella piace principalmente perchè ci sono delle scimmie (noterete che le abbiamo inserite nel sito dell’agenzia).

E delle macchine da scrivere.

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